Domenica, Novembre 24, 2024
Sarà presentato mercoledì 15 gennaio 2020 il libro “La scelta cooperativa. La corrispondenza fra Rosario Labadessa e Tullio Botteri” di Marcello Ariano e Claudio Finzi. Ne parlerà il prof. Michele Presutto, presidente Comitato di Foggia dell’Istituto per la Storia del Risorgimento, insieme a Marcello Ariano. L’incontro – organizzato dal CRD Storia Capitanata - è previsto alle ore 18, presso la sala conferenze della Biblioteca comunale “Minuziano” in largo Sanità a San Severo.
Le lettere fra Rosario Labadessa e Tullio Botteri, due quadri dirigenti del cooperativismo fascista, rappresentano dei flash che illuminano e fotografano situazioni e momenti diversi della loro vicenda umana e politica, negli anni dalla caduta del regime fino all'avvento del nuovo sistema politico, e rendono palpabile la ricaduta di eventi drammatici sul loro stato d'animo e sull'orientamento delle loro scelte. Labadessa e Botteri sono rappresentanti emblematici di quel personale politico con i trascorsi in camicia nera che, potendo contare sulle proprie competenze e professionalità, è, nella stagione della ricostruzione postbellica, recuperato e valorizzato dai partiti e dalle organizzazioni dell'antifascismo, e reinserito nella vita della giovane repubblica.
L’evento è organizzato in collaborazione con la Città di San Severo – Assessorato alla Cultura e l’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano – Comitato Provinciale di Foggia.
Riprendono gli appuntamenti con il CRD Storia Capitanata. Il tema della prossima conferenza è “Il flagello del ventesimo secolo. 1918: “la spagnola” a San Severo”. L’incontro è in programma martedì 2 ottobre, alle ore 18, presso la Biblioteca comunale “Minuziano”, in largo Sanità a San Severo.
Il virus della “spagnola” si manifestò per la prima volta agli inizi del 1918 in un campo di addestramento militare negli Stati Uniti e fu portato in Europa nella primavera dello stesso anno dalle truppe americane che prendevano parte alla Grande Guerra. In un niente si diffuse in tutto il mondo con un elevato numero di morti, si parla di oltre 50 milioni. Venne erroneamente chiamata “spagnola”, perché la prima a parlarne in modo crudo e drammatico nel febbraio del 1918 fu la stampa spagnola. Con Giuseppe Clemente, Presidente del Crd, verrà approfondita l’emergenza della spagnola e come l’Amministrazione comunale dell’epoca decise di fronteggiarla. San Severo, come tante altre città, visse dal 1915 al 1918 il periodo più nero della sua storia. Ai tanti suoi giovani caduti nella Grande Guerra, si aggiunsero i morti per la spagnola. In tutto circa duemila.
Tutto questo e altro ancora verrà raccolto in un volume, in uscita a breve, che ricostruisce la storia del misterioso morbo.
L’evento è organizzato dal Centro di Ricerca e di Documentazione per la Storia della Capitanata in collaborazione con il comune di San Severo – Assessorato alla Cultura.
“San Severo negli anni della Grande Guerra” è il tema della prossima conferenza organizzata dal Centro di Ricerca e Documentazione – Storia Capitanata in programma il 6 dicembre 2016, alle ore 18, presso la sala conferenze della Biblioteca comunale “Minuziano” di San Severo (largo Sanità). Sull’argomento relazionerà Giuseppe Clemente, presidente del CRD, che, un anno fa, ha dato ampio spazio alla tematica nel suo libro “I caduti di San Severo nella Grande Guerra”(1915-1918), per i tipi della CDP Service Edizioni, in cui concentrò la sua attenzione sui nati a San Severo caduti nel conflitto. Una full immersion nel periodo in cui San Severo e la sua popolazione affrontava e viveva il conflitto tra la povertà e il dolore di chi perdeva i propri cari al fronte. L’evento è organizzato dal Centro di Ricerca e di Documentazione per la Storia della Capitanata in collaborazione con il comune di San Severo – Assessorato alla Cultura.
Dopo la guerra, il 4 ottobre del 1923, venne inaugurato e dedicato ai soldati della Patria morti in guerra un monumento, significativo per la qualità delle sculture, realizzato dallo sculture ciociaro Amleto Cataldi (1882-1930). In piazza Allegato, accanto al Monumento ai Caduti ci sono anche quattro stele sulle quali sono stati incisi i nomi dei sanseveresi morti nella Grande Guerra. Con questo lavoro Clemente e il Crd Storia Capitanata hanno reso omaggio a questi eroi dimenticati andando a colmare a livello locale un vuoto nella memoria della Prima Guerra Mondiale.
Considerato uno dei maggiori scultori del primo ‘900, Cataldi, tra le altre, ha realizzato importanti opere in tutta Italia e all’estero. A lui si deve anche la “Vittoria alata”, il monumento ai caduti posizionato all’ingresso del cimitero di San Severo e la tomba monumentale di famiglia dell’On. Fraccacreta.
«Mancano pochi giorni al 10 e al 25 febbraio, giorni in cui “la città di San Severo subì strage, rapine, incendi e violenze di ogni sorta” e, in una manifestazione organizzata all’epoca, l’allora presidente del Tribunale di Foggia, Teodoro Rizzi, auspicava che “l’Amministrazione comunale ricordi sempre il tributo di sangue che i cittadini di San Severo hanno pagato nelle tragiche giornate del febbraio 1799”, io oggi mi auguro che la ricorrenza serva a rivedere con attenzione i fatti, a riproporli, semmai, per meglio conoscerli nei più profondi risvolti e soprattutto per spiegarsi i comportamenti umani. Personalmente, ripeto quello che ebbi a scrivere in simili circostanze negli anni passati: sono fermamente convinto che tutti quelli che sono morti per un’ idea, al di là della parte per cui hanno combattuto, vanno accomunati in un unico, deferente omaggio alla memoria” e spero tanto che quest’anno non ci sia ancora chi disquisisca se meritano di entrare nell’immaginario collettivo gli eroici giovani “giacobini” invece dei poveracci “sanfedisti”, o viceversa. Sarebbe un insulto alla storia e alla memoria delle vittime». Così il Giuseppe Clemente, presidente del Centro di ricerca e documentazione - Storia Capitanata, ricorda l’anniversario ormai alle porte.
Sono intanto trascorsi poco più di dieci anni da uno degli eventi più importanti mai realizzati nella nostra città: il “Processo a Napoleone per i fatti del 25 febbraio 1799”. Fu organizzato il 9 marzo 2005 dal Centro di Ricerca e di Documentazione per la Storia della Capitanata nell’Auditorium dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Minuziano”, gremito fino all’inverosimile. Per la prima volta a San Severo il tragico avvenimento, di così vasto e devastante impatto sulla comunità, venne portato alla ribalta nazionale e, in particolare, all’attenzione dei giovani delle scuole, seguendo un insolito procedimento, “filtrando”, cioè, fatti e personaggi attraverso le dense maglie di uno stringato dibattimento processuale. La storia del territorio proposta in un modo nuovo e singolare. La storia resa accessibile a tutti.
Una vera Corte di giustizia presieduta da Teodoro Rizzi, già Presidente del Tribunale di Foggia, e composta dalla rimpianta Lucia Navazio, all’epoca Gip presso il Tribunale di Foggia, e da Ludovico Vaccaro, Sostituto Procuratore delle Repubblica presso il Tribunale di Foggia, fu chiamata a decidere se Napoleone Bonaparte fosse da ritenersi responsabile degli eccidi avvenuti a San Severo nel febbraio del 1799. Il Collegio dei difensori era composto da Guido De Rossi, allora Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Foggia, e da Salvatore Marceca, notissimo penalista milanese. Il Pubblico Ministero era Gherardo Colombo, del pool “Mani pulite” della Procura di Milano. Nel dibattito Napoleone fu interpretato da Giuliano Turone, altro notissimo magistrato del pool “Mani pulite”; lo storico locale Matteo Fraccacreta, testimone diretto dei fatti, venne brillantemente impersonato dal Pasquale Corsi, e a Clemente fu affidato il compito di rappresentare il generale Guillaume Philibert Duhesme, autore della strage.
Alla fine del processo, animato e non privo di colpi di scena, tanto da sembrare vero, e avvincente per l’impegno profuso da tutti i protagonisti, la Corte di giustizia dopo una lunga camera di consiglio, dichiarò Bonaparte Napoleone responsabile dei reati commessi in San Severo il 25 febbraio 1799, in concorso con il generale Duhesme .
e ritenne, però, “di non poter irrogare una pena nei confronti dell’imputato ormai defunto”.
Il giorno dopo, ad attestare la scrupolosità con cui la Corte aveva affrontato il caso, il Presidente Rizzi inviò a Clemente uno scritto in cui si lamentava di non aver potuto, per decisione dei colleghi, al termine del processo “palesare subito un minimo di motivazione inerente la decisione adottata”, che, ne era convinto, “avrebbe concluso la serata in modo più persuasivo” , alla luce degli elementi acquisiti nel corso del dibattimento. Dopo essersi complimentato per la riuscita della serata, concluse “le assicuro che sono stato assai lieto dell’incontro”.
Anche Gherardo Colombo fece pervenire una lettera in cui nel sottolineare “l’ottima riuscita della manifestazione”, non mancava di esprimere i suoi ringraziamenti “per la gentilissima accoglienza che lei e tutti voi ci avete riservato e per l’abilità nel preparare il processo a Napoleone”.
Così come va ricordato l’impegno del difensore di Napoleone, Guido De Rossi. Ce la mise proprio tutta per ribattere le accuse del pubblico ministero, ma, forse anche per la testimonianza di Clemente, ossia per le dichiarazioni di Duehsme (affermò, infatti, di aver solo eseguito gli ordini del “mio generale”), non riuscì a spuntarla. Fu un gioco, una finzione, ma tale fu l’impegno di tutti i protagonisti che il numeroso pubblico ebbe la sensazione di rivivere il passato, di essere tornato a quel maledetto febbraio 1799.
“Resterà la semenza” è il nome dell’evento scelto per ricordare Nino Casiglio scomparso esattamente vent’anni fa,il 16 novembre 1995. La serata, che sarà moderata da Michele Princigallo, giornalista e presidente del Club Unesco San Severo, sarà aperta dal sindaco della città, Francesco Miglio, dall’assessore con delega alla cultura, Celeste Iacovino, e dalla direttrice della Biblioteca “A. Minuziano”, Concetta Grimaldi. A seguire sono previsti tre interventi: Carmen Antonacci, operatrice culturale volontaria presso la Biblioteca "Minuziano" approfondirà “Tutto si connette con tutto”: La strada francesca, Vito Dinicoluccio, operatore culturale volontario della Biblioteca Minuziano, parlerà degli studi di Antonio Casiglio sugli insediamenti scomparsi in Capitanata; infine Francesco Giuliani, docente di Letteratura Moderna e Contemporanea della Università di Foggia, si soffermerà su Nino Casiglio: la superiore sintesi della letteratura. Il saluto conclusivo è affidato ad Anna Maria e Paolo Casiglio. Nel corso della serata avrà l’esposizione di tutti i lavori letterari di Nino Casiglio ed anche numerosi testi a lui dedicati.
Il convegno si terrà presso la Biblioteca “A. Minuziano”, sita in Largo santità a San Severo, martedì 17 novembre 2015, alle ore 18, ed è organizzato in collaborazione con il Comune di San Severo, la Provincia di Foggia, il Club Unesco San Severo, la Bibilioteca “A. Minuziano”.
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